Con il passare del tempo la pelle perde elasticità, tono, questo perché
non è più in grado di rigenerarsi come un tempo. La pelle si presenta
“spenta”, segnata da rughe più o meno profonde. L’epidermide appare
assottigliata ne disidratata a causa della ridotta secrezione sebacea; il
derma appare notevolmente ridotto di spessore e privo della normale
elasticità e resistenza ai traumi. Si distinguono vari tipi di rughe:
– rughe lineari – la disposizione dei solchi è determinata dalla contrazione
dei muscoli mimici del viso secondo angolature perpendicolari alla muscolatura
stessa ( rughe frontali, linee di corrugamento, rughe peribuccali, zampe di gallina);
– rughe glifiche – sono il segno tipico della fotoesposizione. Si tratta di un’accentuazione
della normale pieghettatura cutanea causata da processi d’elastosi. Tali rughe
decorrono obliquamente e perpendicolarmente agli altri tipi e non hanno una geografia precisa;
– le grinze – sono le pieghe del sonno, la loro distribuzione dipende dalle posizioni assunte
durante il sonno e decorrono perpendicolarmente alle rughe lineari.
Un esempio sono le rughe verticali della fronte (dormendo supini il problema non si manifesta);
– le increspature – sono causate dal collasso delle fibre elastiche verticali subepidermiche e
dalla conseguente mancata aderenza tra derma ed epidermide. Si manifestano anche
nelle aree fotoprotette;
– le pieghe naso/labiali – delimitano i confini tra le maggiori masse muscolari del viso
(soprattutto l’orbicolare della bocca e i masseteri). La cute “in eccesso” cade in senso
gravitazionale. Durante il processo di invecchiamento il tessuto connettivo perde le sue
peculiari caratteristiche d’elasticità e compattezza. La mitosi cellulare è rallentata e quindi
si ha una scarsa rigenerazione del tessuto cutaneo; la circolazione sanguigna e linfatica
sono rallentate e di conseguenza tutti gli scambi metabolici e il drenaggio dei cataboliti.
Con l’invecchiamento cronologico, inoltre, si assiste ad un’involuzione dei capillari superficiali;
aumenta la percentuale di collagene I rispetto al tipo III (tipico della giovinezza) che è meno
organizzato e resistente. Si osserva diminuizione della produzione di proteoglicani e
glicosamminoglicani con conseguente minor ritenzione di liquidi a livello intercellulare.
La diminuizione della produzione d’estrigeni influisce negativamente sul tessuto cutaneo,
fenomeni che si manifestano a maggior ragione nell’età climaterica. Compaiono
alterazioni strutturali nel collagene poichè gli estrogeni intervengono nella reazione
d’ossidrilazione del procollagene; le ghiandole sebacee producono meno sebo
rendendo l’epidermide più fragile e favorendo la comparsa delle rughe.
Cari Amici domani continuerò l’argomento, parlandovi dei fattori scatenanti e dell’approccio all’inestetismo…
Ester,
la tua Consulente di Bellezza
Centro Benessere Ester
Via G.Matteotti, 12 – Casteldaccia (Pa)